Picenze, Frazione di Barisciano

Picenze, Frazione di Barisciano

Il viaggiatore che percorre la S.S. 17 in direzione dell'altopiano di Navelli, lasciando alle sue spalle l'ultimo lembo del territorio comunale di L'Aquila, incontra sulla sinistra tre centri abitati: Petogna,  Villa di Mezzo e S. Martino, che insieme prendono il nome di Picenze frazione del Comune di  Barisciano.

Questi centri abitati, dominano dall'alto di due colli l'ampia valle dell'Aterno, che si allarga verdeggiante e rigogliosa ai loro piedi, contrapponendosi con perenne aria di sfida, all'imponente catena montuosa del Velino-Sirente. 
Nell'antichità le Ville di Manicola, Cerchio, Picenze, San Gragorio e Pescomaggiore, nel loro insieme erano denominate "Pagus Frentanus". Le origini di questi insediamenti risalgono sicuramente ad epoca pre-romana; i resti di armi, oggetti e monete rinvenuti su Monte Manicola e Colle del Cerchio testimoniano due importanti eventi storici: nel 302 a.c. la prima conquista romana del territorio vestino e nell'89 a.c. la guerra sociale scatenata degli italici contro Roma. Un'altra importante testimonianza storica rinvenuta nel territorio delle frazioni e risalente all'epoca  pre-romana sono i tholos (costruzioni in pietra a secco dalla forma di falsa cupola, alla cui sommità  si trova un'apertura circolare, per permettere la fuoriuscita del fumo). La vicinanza al tratturo e alla  via romana Claudia Nova, strategiche arterie per il commercio e la transumanza, ha reso in passato questi centri abitati molto appetibili, per chi avesse mire espansionistiche territoriali. 
Il rafforzamento di questi centri urbani è avvenuto con la scomparsa delle grandi città romane di 
Peltuinum e Forcona. Successivamente, nel l891 d.C., con la venuta dei Saraceni, le Ville si fortificarono dando origine al fenomeno dell'incastellamento. Picenze fu uno dei paesi fondatori di 
L'Aquila e condivise con essi la stessa sorte, quando al passaggio delle truppe comandata da Braccio Fortebraccio da Montone, tutti i castelli ed i paesi ad est di L'Aquila furono distrutti. 
Intorno al 1500 il territorio di Picenze dipendeva direttamente dalla Corte del Capitano dell'Aquila, che esercitava sugli abitanti del proprio tenimento, una forte pressione tributaria, di tipo feudale. 
L'Università di Picenze doveva provvedere non solo al vitto del Governatore, ma anche al sostentamento del Barone e della sua famiglia. Nel 1569, dal barone Pompeo Bernali fu tolta questa 
ingiusta imposizione e l'Università in cambio si impegnò a versare al Barone trenta denari l'anno e nel 1573 fu tolto anche quest'ultimo gabello. Nel 1529 fu edificata la famosa chiesa di S. Maria della Consolazione. 
Nel 1596 il castello di Picenze cessò di appartenere al contado aquilano e fu previsto, oltre alle figure del Camerlengo e dei Massaro, già presenti nell'Università, anche un Sindaco che avesse ampi poteri nella gestione pubblica: fu nominato a tal proposito D'Antonio Francesco Alferi dell'Aquila.  
Nel 1601 il feudo di Picenze fu venduto per seimila ducati ad Andrea Colle d'Aldana di Napoli, già proprietario dei feudi di Collelongo e di Goriano Valli. 
La storia più recente delle Frazioni è caratterizzata dagli stessi fenomeni che hanno condizionato i lenti cambiamenti del capoluogo Barisciano. Si è passati attraverso mezzo secolo d'emigrazione, da una condizione di economia rurale e di sopravvivenza ad una ritardata rivoluzione industriale, avvenuta solo agli inizi degli anni settanta. Mutamenti urbanistici nelle frazioni di Barisciano, appartengono alla storia recente e sono intervenuti prevalentemente negli ultimi vent'anni. Il recente sviluppo edilizio comunque non ha compromesso minimamente le bellezze naturali ed architettoniche di Picenze. 
  
I tre centri storici sono conservati quasi integralmente e convivono in armoniosa simbiosi con  l'invidiabile panorama e la rigogliosa vegetazione, che sembra avvolgerli in un abbraccio naturale,  mutabile solo con il lento trascorrere delle stagioni. Da un punto di vista sociale, la comunità  picenzese risente forse dell'eccessiva vicinanza al capoluogo di Regione e ha resistito solo in parte  al richiamo esercitato dalla città verso le piccole entità periferiche. La parziale resistenza a questo richiamo si è sviluppata a seguito di una indubbia crescita sociale, avvenuta anche grazie alle  iniziative socio-culturali e ricreative promosse dalla Pro-loco. 
Quest'Associazione, costituitasi nelle frazioni, sta svolgendo un ruolo primario nell'organizzazione  della vita della comunità, diffondendo e promuovendo numerose e qualificate iniziative che hanno  raggiunto la loro massima espressione, per gradimento e partecipazione di pubblico, nella "Sagra degli Strozzapreti" che avviene a metà di agosto nella frazione Villa di Mezzo.