Aprile 2009

Aprile 2009

Il terremoto dell’Aquila del 2009 fu l’espressione di una serie di eventi sismici iniziati nel dicembre del 2008 con epicentri nell’intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell’Aquila.

UNA BREVE STORIA

Il terremoto dell’Aquila del 2009 fu l’espressione di una serie di eventi sismici iniziati nel dicembre del 2008 con epicentri nell’intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell’Aquila.

La scossa principale si verificò nella notte di lunedì 6 aprile 2009 alle ore 3.32.39 secondi. Essa ha avuto una magnitudo (Mw) pari a 6,32 (5,8 - 5,9 sulla scala della magnitudo locale) con epicentro alle coordinate geografiche 42°20’51.36” N e 13°22’48,4” E

L’INIZIO DELLA SEQUENZA SISMICA

La scossa della notte del 6 aprile 2009 fu preceduta da una lunga serie di scosse o sciame sismico. La sequenza si è aperta con una scossa di lieve entità (magnitudo 1,8) il 14 dicembre 2008 e poi è ripresa con maggiore intensità il 16 gennaio 2009 con scosse inferiori a magnitudo 3.0 per poi protrarsi, con intensità e frequenza lentamente ma continuamente crescente, fino all’ evento principale. Inizialmente, oltre alla zona dell’aquilano, fu interessata, come epicentro dell’attività, anche la zona di Sulmona (17 – 29 marzo 2009 magnitudo 3,7 e 3,9).

IL 6 APRILE

La scossa distruttiva si verificò il 6 aprile 2009 alle ore 03.32.39. L’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato un sisma di magnitudo momento di 6.3 Mw. Secondo la scala di magnitudo locale (la cosiddetta Scala Richter, poco adatta a descrivere sismi di questo tipo) il valore registrato dai sismografi è stato di 5,9 MI risultando così un sima di moderata intensità rispetto ai valori massimi reali raggiungibili da tale scala sismica. In termini di scale Mercalli di misurazione dei danni, la stima iniziale dell’ INGV è stata dell’ VIII – IX grado.

DOPO IL 6 APRILE

Nelle 48 ore successive la scossa principale furono registrate altre 256 scosse o repliche, delle quali più di 150 nel giorno di martedì 7 aprile 2009, di cui 56 oltre la magnitudo 3,0 MI. Tre eventi di magnitudo superiore a 5,0 si manifestarono tra il 6 e il 9 aprile 2009. Dall’esame dei segnali della stazione INGV dell’Aquila furono conteggiate oltre 10.000 scosse. Nell’anno che ha seguito l’evento del 6 aprile, l’INGV ha dichiarato di aver registrato circa 18.000 terremoti in tutta l’area della città dell’Aquila.

DANNI E VITTIME

Il bilancio definitivo fu di 309 morti, circa 1600 feriti di cui 200 gravissimi ricoverati negli ospedali dell’Abruzzo e del Lazio, circa 65000 sfollati che furono alloggiati temporaneamente in tendopoli, auto, alberghi lungo la costa adriatica.

Subito dopo l’evento distruttivo, oltre ai quasi immediati soccorsi, si è provveduto ad un monitoraggio delle infrastrutture edilizie e stradali in particolare dei numerosi viadotti e gallerie delle autostrade A24 (Roma – L’Aquila – Teramo) e A25 (Torano – Pescara) che, in quei drammatici giorni, rappresentavano le uniche strade d’accesso  alle zone terremotate tanto che la società “Autostrada dei Parchi” decise, nei giorni successivi, di sospendere, nei tratti coinvolti dal terremoto, il pagamento del pedaggio. Oltre alla verifica della solidità delle infrastrutture stradali ed edilizie si provvide, quasi subito, all’installazione di tende da campo e anche di tende–ospedali per le centinaia di ricoverati negli ospedali (anche di recente costruzione) dichiarati inagibili.

All’ Aquila oltre alla sede della Prefettura, completamente distrutta tra gli edifici importanti che sono crollati o fortemente lesionati ci sono la cupola della Chiesa delle Anime Sante, l’Abside e il Transetto del Duomo e della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, la Casa dello Studente e alcuni sede di dipartimenti universitari. La situazione più grave si ebbe nella zona centrale di Via XX Settembre e nella zona della villa Comunale dove, essendo zone geomorfologicamente sfavorite, interi stabili vennero dichiarati inagibili. Si stima che tra 10.000 e 15.000 siano gli edifici danneggiati compresi i quartieri periferici a nord ovest della città.

Tra i centri limitrofi minori colpiti furono le località  di Roio, Onna, Paganica, Tempera, San Gregorio, Villa Sant’Angelo, Fossa.

A Barisciano i danni più importanti sono stati il crollo del tetto della Congrega del Rosario, la torre superiore del castello e numerose costruzioni lesionate ed in parte crollate soprattutto nella zona centrale del quartiere di Tricaglio. Gli edifici pubblici  compresa  la scuola ed anche tutte le chiese sono inagibili. Nella frazione di Picenze tutti i centri storici delle località di San Martino, Villa di Mezzo e Petogna sono stati dichiarati inagibili.

Per l’emergenza sono stati allestiti i campi tendopoli di Barisciano e Picenze se successivamente costruiti  i moduli abitativi provvisori 105 MAP a Barisciano e 56 nella frazione di Picenze.